ANTROPOLOGIA

La religione, il mito e la magia

LA MAGIA

Infatti, la magia diventa spesso un movente per applicare agli altri una presunta irrazionalità e una conseguente radicale diversità. Ciò porta ad atteggiamenti di superiorità  i quali possono sfociare anche nella violenza.

In primo luogo, per magia intendiamo tutta una serie di azioni mediante le quali si cerca di modificare lo stato di cose. Queste azioni vengono spesso compiute da “addetti ai lavori” (un mago o uno stregone) e il fine di esse può avere una connotazione positiva, si parla in questo caso di magia bianca, oppure negativo, si tratta della magia nera. Tra i primi antropologi che studiarono questo fenomeno ci fu James G. Frazer il quale teorizzò un collegamento ideale tra magia, religione e scienza. Ovviamente si tratta di una prospettiva intellettualistica e positivista che vedeva la magia come il primo stadio di un processo che culminava con il pensiero scientifico.

A lui, possiamo opporre le teorie del grande antropologo Malinowski il quale distinse nettamente la magia dalla religione e dalla scienza, in quanto la religione è chiamata a spiegare i grandi misteri della vita mentre la magia ha finalità pratiche. Tuttavia, non ha legami con la scienza poiché essa è già presente, sebbene in forme elementari, in tutte le popolazioni.
Per Malinowski la funzione della magia è “ritualizzare l’ottimismo dell’uomo“. Quindi, si tratta di tutta una serie di pratiche che vanno alla ricerca di rassicurazioni di fronte all’incertezza e all’imprevedibilità degli eventi.


LA RELIGIONE 

La religione è un insieme di credenze, riti e cerimonie che hanno lo scopo di avvicinare i credenti a esseri soprannaturali. Essa svolge una funzione integrativa e una funzione protettiva. In ogni religione esistono simboli sacri che rimandano a verità ultime. Il fedele è educato, attraverso l’insegnamento di riti e cerimonie, a riconoscere il simbolo come oggetto sacro. Il rito è un complesso di azioni e parole che seguono uno schema preciso e che rendono chiaro ai partecipanti quali siano i valori e le idee sul mondo di una religione. I riti d’iniziazione ed i riti di passaggio sono celebrati sotto la protezione di forze extra-umane e segnano il cambiamento di condizione dei partecipanti. Il rito di passaggio indica il cambiamento sul piano delle relazioni sociali, mentre l’iniziazione sottolinea un cambiamento nella condizione spirituale degli interessati.


IL MITO

Mito e rito sono due elementi che spesso ritroviamo nella cultura di vari popoli e che, anche se apparentemente non sembrano avere niente in comune, in realtà si caratterizzano per il fatto di essere due prodotti culturali che presentano delle analogie, sia il mito che il rito sono elementi fondanti della realtà, che tendono a spiegare aspetti del reale in modo continuo, attraverso la riproposizione di racconti o di formule che si ripetono.

Entrambi coinvolgono la collettività, nel senso che sono rivolti ad un’itera comunità che diventa protagonista di episodi ed azioni che la riguardano da vicino. Inoltre non bisogna dimenticare che sia il mito che il rito propongono alla riflessione una dimensione che per molti versi è al di fuori del tempo.

Quella del mito sembrerebbe essere rivolta maggiormente al passato remoto, ma in realtà si tratta di un passato attualizzato, che colloca il flusso degli eventi in un corso continuo del tempo che viene presentato come esempio che vale anche nel presente e al di là di ogni limite di carattere temporale. Mito e rito sono in sostanza molto più vicini di quanto possiamo immaginare. Ecco perché si possono situare nello stesso asse culturale, in quanto prodotti culturali collettivi e il cui significato è atemporale.




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