JHON LOCKE
Dal punto di vista pedagogico, il ‘700 è il secolo dei grandi riformatori di sistemi scolastici e di tre grandi filosofi dell’educazione: Locke, Rousseau e Kant.
Il primo ad intervenire è John Locke, i cui Pensieri sull’educazione sono uno dei testi pedagogici più letti e dibattuti tra ‘700 e ‘800. In questo lavoro, nato dalla richiesta di consigli per l’educazione di suo figlio da parte di Lord Edward Clarke of Chipley, Locke delinea – in 217 lettere – nuovo modello formativo della classe dirigente sulla base delle necessità sociali dell’élite dell’epoca. È il manifesto dell’individualismo liberale e dell’educazione borghese. L’educazione del gentleman ha come rovescio quella dei ragazzi di estrazione popolare: semplice misura correzionale di avviamento al lavoro coatto attuata un secolo dopo la morte del filosofo.
Nei Pensieri sull'educazione (1693) John Locke discute importanti questioni di pedagogia, offrendo un metodo nel processo di accompagnamento alla crescita e all’apprendimento di colui che, una volta adulto, dovrà dimostrarsi soggetto responsabile del suo agire e affrancato da una tirannia originata prima di tutto dall’amore di sé. Una parte importante dell'opera è pertanto riservata alla promozione della virtù attraverso il progressivo esercizio della ragione e alla necessità di sviluppare nell'educando una capacità di controllo sulle passioni, sui desideri e sugli interessi personali. Nell'ambito di tale proposta educativa - diretta a sostenere il carattere e a stabilire una giusta relazione con il mondo esterno - acquistano particolare rilevanza la nozione di Dio e la conoscenza delle Sacre Scritture.
Il risultato è che i valori fondanti del modello educativo lockeano sono l’onore (valore aristocratico) e la rispettabilità (valore borghese). Illuminante il metodo che Locke prescrive al precettore, il quale non deve essere improntato alla rigida disciplina dei premi e delle punizioni capaci di generare solo «caratteri da schiavi», ma la ricerca della stima degli altri e il timore della vergogna, cioè l’interiorizzazione di premi e castighi.
Coerentemente con la sua teoria della conoscenza, il metodo dell’educazione lockeana è legato al valore dell’esperienza e all’esaltazione del lavoro: i ragazzi devono essere educati con il gioco che differisce dal lavoro solo per l’immediata utilità.
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