SOCIOLOGIA

 MICHAEL FOUCAULT

Studioso umanista contemporaneo francese, nato a Poitiers nel 1926 e morto a Parigi nel 1984. Filosofo per formazione, dapprima liceale presso il prestigioso “Lycée Henri-IV” poi universitaria all’École Normale Supérieure di Parigi, divenuto accademico di chiara fama e caratura internazionale, con la consacrazione della sua originalità di pensiero e di ricerca al Collège de France parigino dal 1970.

Foucault muove dall’indagare i meccanismi che regolano la formazione del sapere, onde poter rilevare la natura e la qualità dei rapporti che si vengono a stabilire tra le diverse forme di conoscenza umana e le strutture che compongono la società (siano esse economiche, culturali, ideologiche, ecc.).

I suoi interessi, limitandoci strettamente a quelli più notoriamente conosciuti, spaziano dallo studio della malattia e della follia (culturalmente assurte a “oggetti scientifici” di ricerca in chiave storico-clinica), a quello delle istituzioni di natura giudiziaria e detentiva, con parimenti rigore metodologico, dell’evoluzione storica della sessualità considerata alla stregua di un rapporto sociale oltre che individuale.

A Foucault va riconosciuto il merito di aver messo in luce l'origine delle procedure di controllo sociale della devianza, attenzionate dai saperi delle scienze umane a cavallo tra XVIII e XIX secolo, e rappresentate da taluni dispositivi disciplinari, espressione dell’esercizio delle forme di potere di volta in volta consolidato (es. manicomio, ospedale, casa di correzione, carcere, scuola, ecc.)

Foucault ben evidenzia i tratti di un modello di controllo e di disciplinamento sociale, nato con lo scopo precipuo di eliminare ogni elemento di disordine e di confusione facendo ricorso all’intervento di un potere onnipresente e onnisciente. Questo modello in epoca ottocentesca è ben rappresentato dai meccanismi precauzionali di controllo disciplinare adottati dai poteri autoritari.




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