Nel
1789 scoppia la rivoluzione francese e in questo periodo si svolse un
dibattito sull'istruzione, ad alimentare tale dibattito furono gli
idéologues: la generazione di uomini di cultura e scienziati
successiva a quella dei philosophes.
Il bambino fu eletto simbolo
della purezza, dell'innocenza, della forza della rivoluzione stessa,
metafora dell'uomo nuovo, non corrotto dal passato e divennero
simbolo della speranza per il futuro della Repubblica.
Ci furono
dei cambiamenti anche nell'assistenza all'infanzia abbandonata e agli
orfani. Rochefoucauld Liancourt si occupò dei bambini abbandonati
alla nascita nei brefotrofi spesso da madri nubili. Esso riprende la
pedagogia di Pestalozzi e rimarca l'importanza del legame affettivo
tra madre e figlio. I bambini crescendo in un contesto come i
brefotrofi e non conoscendo l'amore materno non avrebbero evoluto
un'idea di dovere e rischiavano di diventare cittadini inutili e di
conseguenza socialmente pericolosi. Solo l'educazione familiare
poteva garantire una formazione morale, era necessario dunque
prevenire l'abbandono aiutando le famiglie economicamente povere,
sostenendo le madri nubili.
Il 18 agosto 1792 venne promulgata una legge sull'adozione ma tuttavia non ebbe grande successo poichè poche famiglie erano disposte ad adottare un bambino. Il decreto del 1793 definì infatti ufficialmente i trovatelli come: figli naturali della patria, questo garantiva a tutti i bambini l'uguaglianza dei diritti. l'infanzia divenne un modello di virtù morale e di coraggio militare, fin da piccoli i francesi dovevano imparare a divenire cittadini soldati. Si tratta quindi di un progetto pedagogico utopico e totalitario.
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