LA COMUNICAZIONE DI MASSA
La parola media indica un insieme di mezzi di comunicazione tra loro
interdipendenti. Con questo termine, infatti, non si intende semplicemente l’oggetto (radio, televisione, telefono), ma anche la struttura sociale, il
profilo psicologico degli individui che ne fanno uso e le relazioni che ogni
media intrattiene con la struttura sociale, giuridica, linguistica, ecc.: i media
non sono dunque isolabili dal contesto in cui lo strumento mediale viene
prodotto e usato.
Bisogna inoltre tenere presente che i codici linguistici, appartenenti a
un medium del passato, si evolvono e si traducono nel medium successivo
lasciandone inalterate alcune caratteristiche fondamentali. Più semplicemente, l’impianto narrativo, la suddivisione in genere, sono alcuni degli
elementi appartenenti alla scrittura che si sono tramandati nei medium
successivi come il cinema e la televisione, fino ad arrivare agli attuali ipertesti dove, ad esempio, un pulsante a freccia è l’icona di una funzionalità
equivalente allo sfogliare le pagine di un libro. Le fasi di transizione da un
medium a un altro non sono quindi distinte tra loro, ma sono un processo
di accumulazione in cui i segni, segnali e sistemi per comunicare si sovrappongono mutando, ma mantenendo anche delle caratteristiche inalterate
che arrivano fino ai media attuali.
Ultimamente siamo passati da una logica per la quale un contenuto era
identificabile con un determinato media ad una logica in cui i contenuti
passano tra più media.
Un
personaggio dello spettacolo oggi non si limita ad operare solo nel proprio
ambito ma scriverà libri, disegnerà una propria linea di abiti, commercializzerà profumi, accessori, ecc.; in pratica, ciò che viene fatto attraverso
un medium viene simultaneamente supportato anche da altri medium.
Il contenuto mediale dovrà dunque soddisfare i bisogni della categoria di
utenti che utilizzano un determinato medium, ma anche quelli dell’area
sociale o della comunità che ne farà uso per mezzo dell’interconnessione
tra strumenti mediali.
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