PEDAGOGIA

LE PEDAGOGIE DI DON MILANI

Si afferma l’importanza di un linguaggio ampio, ma del quale i ragazzi stessi conoscano il significato delle singole parole, e siano liberi, perché per don Milani la parola rende liberi; la scuola di don Milani nasce proprio su questa idea, in quanto voleva permettere la creazione dell’identità culturale nei suoi ragazzi e non adattarli agli schemi delle classi dominanti come è appunto organizzata la scuola
pubblica.
L’identità culturale è unica ed è diversa in ognuno di noi ed è determinata dall’appartenenza di ciascuno. Per don Milani tutti hanno un’identità culturale, anche i poveri, e questa deve essere tutelata. Per questi motivi don Milani afferma che la scuola non può essere uguale per tutti. La scuola che si dichiara tale è infatti la
scuola della classe dominante.
La scuola deve quindi essere differente a seconda della classe sociale, in quanto ogni classe sociale, utilizza un modo di parlare diverso; Non bisogna portare il povero in una situazione svantaggiosa, ovvero non si dovrebbe mettere il ragazzo in classe con persone ricche le quali hanno un lessico più forbito e partono avvantaggiate rispetto a lui, così facendo è più che scontato che esso verrà bocciato, e a lungo andare si svilupperà poco autostima e quindi sarà difficile recuperare il ragazzo. Infine secondo Don Milani è la scuola che deve adattarsi all’alunno e non il contrario.

-I principi pedagogici:
La scuola di don Milani richiede impegno e serietà; essa non prevede ricreazione, ne giochi. Don Milani guida la classe con carisma, ma se c'è da sgridare, è un leader direttivo e autorevole. La disciplina può essere dura e a volte imposta attraverso punizioni corporali, per poter concettizzare i ragazzi nello sbaglio. Le punizioni culturali sono comunque considerate meno dure e gravi di quelle che la scuola tradizionale infligge nei ragazzi con la bocciatura o l’emarginazione sociale. Lo scopo centrale della sua educazione è la conoscenza della lingua e la sua padronanza. Il punto di partenza è l’esperienza diretta della classe o dell’ambiente ( le relazioni, la creazione di gruppi, il lavoro, l’ideale comunitario. 


Nella scuola di Barbiana non ci sono voti, né promozioni, né bocciature. Non esistono classi e ognuno procede con temi e ritmi individuali; l’importante è il risultato finale. Le classi sono formate da ripetenti e sono i più grandi che insegnano ai piccoli. Il priore insegna solo ai più grandi. L’orario è dalle otto del mattino alle sette e mezza di sera, quasi dodici ore e c’è solo una breve interruzione per mangiare. I giorni di scuola sono 365 l’anno. I ragazzi vanno a scuola tutti i giorni e la domenica si distingue dagli altri perché c’è la messa. In questa scuola esistono due stanze che sono dette officine perché li dentro i ragazzi imparano a lavorare il legno o il ferro, costruendo gli oggetti che servono per la scuola.


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